Molti degli oggetti che utilizziamo quotidianamente nascono da processi industriali complessi e affascinanti, tra cui l’estrusione della plastica. Questo metodo permette di produrre una vasta gamma di articoli, dai tubi e condutture di varie dimensioni fino a profili specifici per applicazioni industriali e civili. Tra le plastiche più utilizzate in questo processo spicca il PVC (cloruro di polivinile), grazie alle sue caratteristiche di versatilità, resistenza e facilità di lavorazione.

L’estrusione del PVC si rivela particolarmente efficace nella produzione di porte scorrevoli o a strisce per capannoni industriali, dove si richiede una combinazione di robustezza, flessibilità e isolamento termico. Questi sistemi di chiusura, essenziali per ottimizzare il flusso di merci e persone in ambienti lavorativi come magazzini o aree logistiche, beneficiano delle proprietà del PVC estruso: leggerezza, resistenza agli urti e facilità di manutenzione.

In questo articolo esploreremo il funzionamento del processo di estrusione, soffermandoci in particolare sull’impiego del PVC e sulle sue applicazioni strategiche nel settore delle chiusure industriali, come le porte scorrevoli e quelle a strisce.


Il processo di estrusione: che cos’è

Il processo di estrusione consiste, in buona sostanza, in una deformazione del materiale interessato. La procedura è utile per ottenere oggetti caratterizzati dalla sezione costante, quindi oggetti di forma cilindrica, cavi o meno.

Quali materiali sono adatti all’estrusione

Sono adatti a esser lavorati con macchinari per l’estrusione materiali plastici e metalli. In particolare, sono utilizzati gomma e polimeri termoplastici come il polietilene e il polipropilene. Tra i metalli ideali da estrudere ci sono l’alluminio, il piombo, il rame e l’acciaio.

Come funziona l’estrusione delle materie plastiche

L’estrusione avviene come una deformazione del materiale di partenza. Per poterlo deformare viene portato a una temperatura adeguata. Poi è sospinto a forza entro una sagoma che serve a conferirgli la sezione richiesta. All’interno della sagoma è collocata un’anima se è necessario che il manufatto o il semilavorato presenti una cavità all’interno. Uscito dalla sagoma, il materiale è sottoposto a raffreddamento oppure a vulcanizzazione, nel caso si tratti di gomma.

La vulcanizzazione della gomma

Quando si parla di vulcanizzazione della gomma, ci si riferisce all’aggiunta di zolfo attraverso un’opportuna reazione chimica innescata da riscaldamento. Si tratta di un’invenzione che risale al XIX secolo, frutto delle attività di Charles Goodyear e riguarda specificamente la gomma e le conferisce elasticità e notevole resistenza alla trazione.

A che cosa serve l’estrusione in bolla

L’estrusione in bolla è un tipo particolare di estrusione che viene effettuata per ottenere film e pellicole senza fine destinate agli imballaggi. Per realizzare il processo, la prima fase consiste nella fusione del materiale plastico all’interno del macchinario che è costituito da una filiera di forma circolare. Il procedimento è eseguito spesso nella lavorazione del PVC.

Per creare la cavità a bolla dentro al materiale, cioè la cosiddetta “bobina tubolare”, si utilizza un soffio d’aria. Nel caso la produzione preveda di ottenere film multistrato, è necessario utilizzare un estrusore adatto per ogni materiale.

Quando si usa l’estrusione a freddo

L’estrusione a freddo deforma il materiale senza che sia necessario passare dalla fase del suo riscaldamento, come suggerisce il nome del processo. Viene realizzata solitamente per produrre contenitori in pressione, estintori e oggetti di piccole dimensioni come borracce, bombole e bottiglie.

Si tratta di un’operazione industriale adatta a materiali con bassa resistenza meccanica alla deformazione. Può essere effettuata su metalli come alluminio, stagno, rame, piombo e zinco.

L’estrusione del PVC

L’estrusione del PVC è un processo industriale molto richiesto e praticato. Infatti, sono diverse le qualità che rendono il polivinilcloruro adatto a questo tipo di lavorazione.

Prima di tutto, si tratta di un polimero termoplastico che presenta nella sua composizione un buon 57% di cloro e un 43% di carbonio. È un materiale economico e garantisco un’ottima resistenza al calore e agli agenti chimici. Chiamato anche “cloruro di polivinile”, il PVC è il risultato della polimerizzazione del monomero di cloruro di vinile. Ma questo passaggio non basta per ottenere il famoso materiale tanto utile nell’industria.

Occorre arricchirlo con degli additivi che si comportano da stabilizzanti oppure da lubrificanti. Così, il materiale acquisisce proprietà meccaniche e fisiche che garantiscono ottime prestazioni e adeguatezza al processo di estrusione.

In che modo avviene l’estrusione del PVC

Per effettuare il trattamento dell’estrusione sul polivinilcloruro, è necessario portare il materiale a una temperatura tra i 170 e i 200°C.
In seconda battuta, come accade agli altri materiali che vengono lavorati con macchinari per estrusione, il PVC viene forzato al passaggio in un’apposita sagoma.

I vantaggi dell’estrusione plastica nei contesti industriali

Uno dei principali punti di forza dell’estrusione plastica è la sua capacità di realizzare una gamma estremamente diversificata di articoli. Dai profili complessi per strutture edilizie ai tubi e condutture industriali, fino a componenti per l’automotive o l’elettronica, l’estrusione offre flessibilità nella progettazione. Questa versatilità rende il processo adatto a molteplici settori, dall’edilizia alla logistica, dall’agricoltura all’arredamento.

Grazie all’automazione e al controllo continuo del processo, l’estrusione plastica garantisce una precisione elevata e una qualità costante del prodotto finale. Questo è particolarmente importante in settori industriali dove la tolleranza agli errori deve essere ridotta al minimo, come nella realizzazione di componenti tecnici o strutture portanti.

L’estrusione è un processo continuo, il che significa che le linee di produzione possono funzionare senza interruzioni, riducendo tempi e costi operativi. Inoltre, i materiali plastici, come il PVC, sono spesso più economici rispetto ad alternative metalliche o composite. L’utilizzo di tecnologie avanzate nell’estrusione consente anche il riciclo dei materiali di scarto, minimizzando gli sprechi e contribuendo all’abbattimento dei costi di produzione.

Le possibilità di personalizzazione offerte dall’estrusione plastica sono vastissime. È possibile variare la forma, la texture, lo spessore e il colore del prodotto finale, adattandolo perfettamente alle esigenze specifiche del cliente o del contesto di applicazione. Questo aspetto è particolarmente rilevante per applicazioni industriali che richiedono soluzioni su misura, come nel caso delle porte scorrevoli o a strisce per capannoni, che possono essere progettate per rispondere a requisiti specifici di isolamento termico, resistenza agli urti o facilità d’uso.

Il processo di estrusione, soprattutto con materiali come il PVC, è notoriamente efficiente dal punto di vista energetico. Grazie alla bassa temperatura di fusione di molte materie plastiche, il consumo energetico è inferiore rispetto ad altri metodi di lavorazione dei materiali.

Infine, i materiali plastici estrusi, come il PVC, offrono eccellenti proprietà meccaniche. Sono resistenti alla corrosione, agli agenti chimici e alle condizioni ambientali estreme, rendendoli ideali per l’uso in ambienti industriali impegnativi. Questo si traduce in una maggiore durata del prodotto e minori esigenze di manutenzione, specialmente in applicazioni come quelle dei rivestimenti industriali, delle chiusure e dei profili per infrastrutture.

 


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